Nel 2100 al mondo ci saranno oltre 11 miliardi di persone: ci sarà cibo per tutti?
L’ONU ha preparato tre scenari sullo sviluppo demografico del mondo. Gli scenari sono basati sulla fertilità umana, ovvero sulla capacità o volontà di fare figli. I risultati, a seconda del tasso di fertilità sono tra i 7 miliardi e i 16 miliardi al 2100. Il tasso medio, quello più ragionevole, corre sul filo degli 11 miliardi.
Il ragionamento di assumere il tasso medio come probabile è rafforzato da due fattori. A fine secolo il 50% della popolazione sarà asiatico e il 40% africano. Gli asiatici hanno fortunatamente ridotto il numero dei figli. Non hanno seguito quella che si chiama scientificamente la curva di transizione demografica ma, grazie a Mao che ha impedito con la forza le gravidanze e ora grazie agli effetti della globalizzazione che li ha resi più benestanti, hanno ridotto il numero dei figli. Non si può dire lo stesso per l’Africa.
Questo continente cresce a vista d’occhio. Raddoppia verso il 2050 e raddoppia ancora nel 2100. A fine secolo circa 4,5 miliardi saranno neri d’Africa, praticamente quasi uno su due sulla totalità della popolazione. Ma l’Africa non ha un Mao, è costituita da 53 paesi e non ha la minima idea di come migliorare la transizione demografica che, se tiene il suo abituale ritmo, terminerà intorno a metà del 2100 (per capirci… l’Italia è passata attraverso la curva in oltre duecento anni dal 1790 , anno della rivoluzione industriale, a 10 anni fa).
Sempre per capirsi… la gente fa più figli perché sono forza lavoro. Cioè se stai in campagna, ne hai bisogno… Ma questa necessità perde il suo valore iniziale e diviene nel tempo un atteggiamento culturale. Fare figli è un obbligo in Africa anche se sei in uno slum dove la terra da lavorare non c’è e la densità è terribile. Quindi l’Africa continuerà e la risultanza sarà il raggiungimento della media che l’Onu prudentemente riporta nei sui grafici.
Ma la domanda è: ci sarà cibo per tutti? La risposta è ora NO. Specie per l’Africa.
NO FOOD è il titolo di un libro spaventoso che ci sta comparendo davanti. Insieme al Climate change e alla Povertà. Speriamo solo che chi guida il mondo legga bene i dati demografici. Li trova su Internet…