Bioplastica dai limoni

La plastica è uno dei materiali più diffusi e utilizzati per la produzione di oggetti di utilizzo quotidiano. Da oltre 20 anni, però, si cercano soluzioni alternative al BPA, l’idrocarburo che la compone che si pensa abbia effetti nocivi. Una delle alternative trovate è la nuova bioplastica creata a partire dai limoni.

Bioplastica

L’idrocarburo BPA che compone la plastica è, fin dall’inizio, stato classificato come sostanza chimica sicura. Ciò nonostante il comitato degli Stati membri dell’Autorità Ue ha ipotizzato alcuni effetti nocivi di questa sostanza, soprattutto la tossicità, cercando soluzioni alternative per poter sostituire il BPA con sostanze prive di effetti negativi sull’ambiente. Si è cercato, quindi, di realizzare una bioplastica che fosse completamente ad impatto zero sull’ambiente, creata a partire da elementi naturali: si è passati dall’amido di mais al pomodoro, fino alle bucce di banane. Oggi, il sostituo migliore del BPA sembra essere il limone. Un team di chimici ha sviluppato, infatti, un nuovo metodo per produrre policarbonati partendo da limonene e CO2. I chimici sono giunti alla realizzazione di un policarbonato ecologico privo di bisfenolo partendo dal limonene, ovvero l’idrocarburo aromatico responsabile del profumo che sprigionano gli agrumi.

Il BPA, altrimenti detto biosfenolo A, secondo alcuni studi recenti è una sostanza che potrebbe avere efffetti nocivi sull’apparato endocrino e sul sitema ormonale. Gli effetti sulle salute dell’uomo sono legati alla comparsa di obesità, cancro, difetti alla nascita, infertilità maschile, endometriosi e altri ancora. Ciò detto, come anticipato, è sempre stato considerato come sostanza chimica sicura. Alcuni Paesi, come Francia e Danimarca, ne hanno però vietato l’impiego nella produzione di bottiglie per i bambini. Tutti i tentativi fatti per trovare un valido sostituto al biosfenolo A, non hanno fino ad oggi dato risultati affidabili. Fino a che i chimici dell’Institut Català d’Investigació Química (ICIQ), di Tarragona ha sviluppato la nuova bioplastica utilizzando limonene e CO2. Già testata nel 2000, solo poco tempo fa i ricercatori sono riusciti a migliorarne le proprietà termiche, facendo in modo che divenisee il policarbonato con la massima temperatura di transizione vetrosa. Significa, di conseguenza, che questa bioplastica ha bisogno di una temperatura maggiore per fondere risultando più sicura per l’uso quotidiano. Concretamente i chimici hanno fatto reagire l’ossido di limonene, ricavato dai limoni ma anche dalla buccia delle arance, con anidride carbonica e hanno ottenuto un composto, il PLDC, ovvero il carbonato di polilimonene. Il componente della nuova bioplastica realizzata a partire dai limoni. Il nuovo modo di essere della plastica, senza effetti nocivi.