L’ALTRA PANDEMIA: LA POVERTÀ TOCCA ORMAI QUASI UNA PERSONA SU DIECI

L’emergenza da coronavirus incominciata a marzo dell’anno scorso ha innescato un incremento della povertà assoluta sul territorio italiano. Secondo i dati preliminari dell’ISTAT le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni, un aumento di 335 mila rispetto al 2019. Un aumento ancora maggiore è stato registrato in termine di povertà individuale: nel 2020 oltre un milione di persone si è aggiunto alla soglia di povertà. In tutto, circa il 9.5% della popolazione italiana non può permettersi i beni e servizi essenziali ad una vita dignitosa.

 

I più colpiti da quest’emergenza sono i bambini ed i ragazzi: non solo il numero di minori sotto la soglia di povertà è aumentato drasticamente, ma le conseguenze per questa fascia di età sono particolarmente dolorose. Nel presente, si soffre per mancanza di cibo o riparo adeguato, nel futuro le opportunità di crescita e sviluppo personale sono ben minori in contesti socioeconomici particolarmente in difficoltà.

 

La prima causa di povertà in Italia è la perdita del lavoro del membro familiare che guadagnava di più, si può quindi ipotizzare un ulteriore peggioramento della situazione a seguito dello sblocco dei licenziamenti. In questo panorama spiccano le realtà di beneficienza che assistono i poveri. I servizi di distribuzione alimentare e mensa hanno dovuto espandersi per soddisfare la crescente domanda per pasti caldi e pacchi alimentari.

 

L’emergenza da coronavirus non è quindi solo sanitaria, è anche sociale: l’aumento della povertà tra gli italiani mostra che non sono solamente le fasce più povere ad essere state colpite duramente. Chi prima riusciva a pagarsi affitto e bollette oggi rischia di perdere il lavoro, e con esso l’accesso ad una vita se non serena almeno dignitosa.