Diamo i numero… sulla fame nel mondo.
Stiamo andando verso gli 8 miliardi di persone sul nostro pianeta. E il cibo non è sufficiente per tutti.
È tempo di dare qualche numero per capirsi meglio. Circa 800 milioni di persone sono denutrite, mangiano poco, male o nulla. Oltre il 60% vive ancora in Asia e il restante in Africa.
Ma l’evoluzione demografica dell’Africa sarà così alta che questa cifra tenderà ad innalzarsi nel futuro e non a diminuire come tanti sperano e pensano a partire dalla Fao.
Se pensiamo che nel 2050 la popolazione sarà di 10 miliardi di cui il 25/30% africana si può immaginare che l’aumento delle persone denutrite o addirittura affamate sarà ineluttabile.
Né dobbiamo andare in Africa per trovare la povertà: anche da noi in Italia non ce la stiamo passando certo bene con oltre 4 milioni di persone nella fascia di povertà e di scarsa malnutrizione e 10 milioni in una fase di pre-povertà.
Ma non si muore solo di mancanza di cibo, si muore anche di troppo cibo. Ben 2 miliardi di persone nel mondo sono considerate obese secondo i parametri dell’Oms. Di questi miliardi una buona dose è rappresentata anche da bambini, specie nei paesi cosiddetti avanzati, Stati Uniti in testa. Oltre 30 milioni di morti all’anno sono poi causati da complicazioni dovute all’obesità.
E in tutto questo quadro di grande fame assistiamo ogni anno allo spreco del cibo. Oltre un terzo di quanto viene coltivato è a sua volta distrutto, sprecato o buttato dalla distribuzione o addirittura dalle famiglie. Senza considerare il fatto culturale dello spreco, il problema è purtroppo geografico. Molto cibo è sprecato dove ce n’è tanto e poco dove ce n’è poco.
I due dati non si incrociano a meno che non ci sia un piano serio e mondiale di redistribuzione. Per le merci con valore economico di scambio grazie alla globalizzazione questo avviene. Non avviene per la vita delle persone. Speriamo che i prossimi G20 se ne interessino. Costerebbe poco e varrebbe molto.