Pranzo di nozze, solidale
Lo spreco di cibo non riguarda solo le nostre case: chili di cibo avanzano dai buffet di matrimoni, convegni, eventi in genere. La nuova frontiera della lotta allo spreco va proprio in questa direzione: un pranzo di nozze solidale. Pietanze che per diverse ragioni avanzano vengono confezionate e consegnate nel più breve tempo possibile a mense per i poveri o associazioni che si occupano di questa tematica.
La gestione del recupero del pranzo di nozze
Sono gli stessi sposi a chiedere che il pranzo di nozze non venga sprecato; così le teglie di lasagne avanzate, insieme a tutto il resto, vengono raccolte e consegnate alla più vicina mensa dei poveri. Ovviamente solo ciò che arriva dalle cucine viene consegnato: niente cibo crudo nè avanzi dalle tavole. In Puglia già due anni fa è nata l’Associazione Avanzi popolo 2.0 che gestisce il contatto tra i luoghi di spreco e le realtà di bisogno. E’ a loro che si rivolgono i futuri sposi, per evitare che il giorno delle loro nozze possa divenitare unicamente un giorno di spreco alimentare. Al nord, a Milano, durante i matrimoni si spreca meno cibo. Lo racconta Equoevento, associazione non profit che si occupa di recupero alimentare dai catering. Gaia Passi, responsabile lombarda dell’associazione, afferma che sono circa 10 mila i pasti recuperati sul territorio milanese. Tutto viene consegnato alle mense dell’Opera Cardinal Ferrari e al centro Sant’Antonio, oppure all’hub per i migranti presso la stazione Centrale.
Si tratta, in entrambe i casi, di associaizoni non profit che vivono grazie all’impegno quotidiano di volontari che si prestano affinchè, ad esempio un pranzo di nozze, possa essere davvero solidale. Un catering in cui nessuna pietanza preparata possa restare in frigorifero o essere gettata perchè in esubero. Spesso vengono stipulati dei veri e propri accordi con realtà quali Federcongressi. E’ insieme con quest’ultima che è nato il progetto Food for Good, un progetto di recupero delle eccedenze alimentari dagli eventi che non comporta costi nè sforzi, nel rispetto della normativa prevista dalla Legge n.155/2003 detta anche legge del Buon Samaritano.