Locanda d’Agosto – una mensa estiva a Novara

A Novara per tutta l’estate è rimasta aperta la mensa estiva, la Locanda d’Agosto, che ha chiuso il 2 settembre con un bilancio positivo di cira 5 mila coperti. In circa 5 settimane di servizio la mensa ha toccato quota 142 di media,  record assoluto degli ultimi anni. 170 utenti si sono registrati soltanto nella serata del 28 agosto, che si sono ritrovati nei locali del Centro sociale Le Grandi Volte. La mensa estiva era aperta non soltanto per i poveri, ma anche per chi rimasto solo in città ha voluto trovare un modo per combattere la solitudine. La locanda di Agosto sostituisce durante il periodo estivo le altre mense sul territorio: ha esordito il 30 luglio e ha chiuso, con un bilancio positivo, il 2 settembre. Dato fondamentale e molto interessante di questa edizione sono stati i giovani volontari presenti, oltre una settantina.

mensa estiva

Ciò che colpisce dell’edizione della Locanda di Agosto 2018 è proprio l’aspetto relazionale. I legami tra gli utenti stessi e tra loro e i volontari che si sono creati sono aspetti altrettanto positivi del bilancio dell’esperienza, segno di una mensa estiva di prossimità. Altro aspetto fondamentale è la presenza di molti volontari, la maggior parte dei quali giovani ragazzi che hanno dato luogo ad un team affiatato ed impegnato. La mensa del novarese voleva ripercorrere le orme del ristorante solidale Ruben di Milano, in termini di relazione e prossimità. Parte del merito va ai giovani volontari, che hanno permesso di creare un ambiente familiare perl’intera durata della mensa estiva, ovvero 35 giorni.

37 le nazionalità che sono transitate: molti i peruviani la cui presenza è in crescita rispetto all’anno scorso. Poi ucraini e ghanesi. Alto anche il numero degli italiani presenti, circa 159 utenti, contro i 162 stranieri. Una mensa estiva, quella della Locanda di Agosto, che esprime perfettamente la situazione del nostro paese che attraversa ancora un periodo di crisi. Moltissimi italiani, rimasti in città, in stato di difficoltà economica, magari famiglie con 2 o 3 bambini a carico, che hanno preso parte all’iniziativa accanto a stranieri, altrettanto in difficoltà. Ad accoglierli, una comunità attenta alle debolezze altrui, che si prodiga affinchè anche i più bisognosi possano riprendere la propria dignità attraverso un pasto.