Ridotto lo spreco alimentare

Ridotto lo spreco alimentare in Italia si è parecchio, ciò nonostante sono ancora molti i chilogrammi di cibo gettati nella spazzatura: circa 3 kg procapite al mese.

La sensibilizzazione che si è sviluppata nell’ultimo periodo, anche in Italia sembra aver avuto effetti positivi sulla comunità. Ciò nonostante sono ancora 6 su 10 gli italiani che dichiarano di gettare cibo ancora commestibile, anche se solo una volta al mese (17%) oppure ancora più raramente (43%).  Di questi, la maggior parte si sente in colpa per quanto gettato, almeno il 92%; oltretutto almeno 4 italiani su 10 sostengono di gettare molto meno cibo rispetto ad un anno prima. Soltanto il 7% degli italiani è indifferfente di fronte a questo spreco alimentare.

Ridotto lo spreco

Sono questi alcuni dati di anticipazione del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg raccolti per la nona edizione della campagna Spreco Zero di Andrea segrè. Obiettivo del Premio Vivere a Spreco Zero 2018 è proprio quello di promuovere e condividere le best practice di prevenzione dello spreco alimentare adottate sul territorio da soggetti pubblici e non, dando valore alle esperienze più considerevoli e ovviamente favorendo la diffusione e la replicazione ina ltre zone.  Questa di Spreco Zero è l’unica campagna di sensibilizzazione italiana che presto è divenuta un movimento di pensiero ma anche uno strumento di lavoro a favore della prevenzione dello spreco alimentare.

Sono diversi i sindaci delle città italiane che condividono lo stesso pensiero positivo a riguardo e spesso condividono e scambiano idee e best practice tra loro. Così sono un esempio le mense scolastiche virtuose di Cremona che fanno un approvvigionamento corretto in base alle necessità; oppure i frigoriferi sociali, che uniscono il tema del contrasto alla povertà con quello della sostenibilità ambientale. Così come sono un intervento ragionevole anche gli asili gratuiti a favore delle fasce deboli della comunità.

Una seria di interventi, quindi, che rendono attiva la comunità nei confrinti del problema della povertà che vedono una riduzione sostanziale dello spreco alimentare ma anche una particolare attenzione al tema della sosteniblità ambientale. Buone pratiche che possono essere riprodotte in diversi comuni del territorio nazionale, accanto a sensibilizzazione e comunicazione pertinente.