Presentato il nuovo rapporto 2018 Caritas su povertà

Povertà in Attesa, è questo il titolo del nuovo rapporto 2018 Caritas sulla povertà. Il volume si presenta diviso in due parti: il diciassettesimo Rapporto sulla povertà; il quinto Rapporto sulle politiche di contrasto. Quest’anno una particolare attenzione è riservata alla povertà educativa. I dati raccolti confermano, infatti, non soltanto il legame tra livelli di istruzione e povertà economica ma dimostrano anche una associazione tra livelli di istruzione e cronicità della povertà.

nuovo rapporto 2018

Ciò che evince dal Rapporto Caritas è che, rispetto al periodo 2007 – 2008, la parte fissa di poveri nella popolazione è più o meno la stessa, ma oggi si differenzia perchè estesa a più livelli sociali e più persone. Un vero e proprio esercito di poveri, stando al Rapporto, in attesa di ricevere risposte da parte delle istituzioni.

Analizzando i dati possiamo dire che in Italia il numero dei poveri continua ad aumentare: dai 4 milioni e 700 mila del 2016 passiamo ai 5 milioni e 58 mila nel 2017. Possiamo quindi affermare che rispetto al periodo precedente la crisi economica, i poveri sono aumentati del 182%. Di questi, l’elemento maggiormente scioccante, è dato dal fatto che molti sono giovani. L’età della povertà è cambiata, divenendo sempre più giovane. I minorenni poveri sono 1 milione 208 mila, circa il 12,1% del totale. Il 10,4% rientrano nella fascia 18 – 34 anni. Povertà e bassa scolarizzazione viaggiano di pari passo. Laddove il capofamiglia ha un titolo di scuola superiore, si registrano valori di povertà molto contenuti: 3,6%. Allo stesso modo la cittadinanza è un criterio di differenziazione: tra gli italiani risulta povera una famiglia su venti; tra gli stranieri una su tre.

I bisogni riscontrati da Caritas, e riportati nel Rapporto 2018, sono tendenzialmente in linea con quelli degli anni precedenti. Le problematiche sono: povertà economica (78,4%); problemi di disoccupazione (54,0%); problemi abiativi (26,7%). Di questi una percentuale altissima riguarda le persone totalmente prive di abitazione. A tutte queste variabili si aggiungono poi le specifiche problematiche di ogni singolo individuo o nucleo familiare, ovvero problemi di salute, familiari, processi migratori. Nella maggior parte dei casi le richieste di aiuto sono legate a beni e servizi materiali (62,1%), tanto che la maggior parte delle risposte da parte di Caritas si caratterizzano in consegna di pacchi viveri e erogazione di pasti alle mense dei poveri.

Ecco qual è, secondo il Rapporto Caritas 2018, l’identikit delle persone incontrate presso i centri di ascolto di caritas:

  • Cittadinanza: italiana (42,2%), straniera (57,8%)
  • Classe di età: 18-34 (25,1%) 35-44 (23,7%) 45-54 (24,1%) 55-64 (16,8%) >65 (8,3%)
  • Storia assistenziale: Nuovi utenti (42,6%) in carico da1-2 anni (22,4%), in carico da 3-4
  • anni (12,3%); in carico da >5anni (22,6%)
  • Stato civile: coniugati (45,9%) celibi/nubili (29,3%)
  • Senza dimora: 21% del totale
  • Genitorialità: con figli (63,9%) di cui 26mila persone con figli minori
  • Istruzione: uguale o inferiore alla licenza media inferiore (68,3)
  • Condizione professionale: disoccupati (63,8%)
  • Principali vulnerabilità: povertà economica (78,9%), problemi di occupazione (54,0%), problemi abitativi (26,7%).
  • Multidimensionalità del disagio: il 39,2% delle persone incontrate manifesta problematiche afferenti a tre o più ambiti di bisogno (tra: povertà economica, occupazione, casa, salute, problemi familiari, handicap, problemi di istruzione, dipendenze, problemi legati all’immigrazione, detenzione e giustizia).